Le sette abilità del mangiatore consapevole
Sette sono le abilità che, se ben sviluppate, ti permettono di scegliere cosa, come, quanto e con chi mangiare o non mangiare nel rispetto dei tuoi bisogni: la consapevolezza, l'osservazione, l'essere nel momento presente, l'essere liberə dai condizionamenti esterni, il lasciar andare, il non giudizio e l'accettazione.
In quale di queste abilità hai più difficoltà?
Mi sei cascatə sulla consapevolezza!
Vediamo cosa ti stai perdendo.
La consapevolezza è l'ingrediente che ti permette di stare a contatto con i bisogni del tuo corpo e di concederti una relazione col cibo fatta non solo di calcoli su nutrienti e calorie, ma anche di momenti di piacere senza ombra di peccato.
Ad oggi, il tuo corpo non ti è proprio nemico, ma nemmeno alleato. Diciamo estraneo? Ma quando inizierai ad ascoltare le tue papille e a riconoscere e rispettare i segnali che ti manda il corpo, realizzerai che non ti servono porzioni pesate, equazioni differenziali stocastiche su effetti congiunti di grassi idrogenati e zuccheri raffinati per decidere di terminare o no il tuo pasto.
Se la tua vita (fino a ora) è stata scandita dalle promesse di una serie più o meno eterna di diete ipocaloriche, o se le tue esperienze ti hanno portatә a concepire il cibo come un pericolo per la tua salute, significa che ti sei affidatә alla saggezza esterna e che hai perso ogni fiducia nell'innato potere autoregolatore del tuo corpo.
Per ritrovare la fiducia nell'innato potere autoregolatore del tuo corpo, clicca sul pulsante qui sotto iscriviti a (b)Eat: il mini-corso gratuito che ti arriva via email per cinque giorni, che ti aiuta a sviluppare più consapevolezza dei bisogni del tuo corpo e dei condizionamenti che ti hanno portato ad avere una relazione poco felice con il cibo.
Mi sei cascatə sull'osservazione!
Vediamo cosa ti stai perdendo.
Mi sa che ci sono un po' troppi divieti e doveri quando ti trovi a tu per tu col cibo.
Il tuo corpo non ti piace molto e dunque, di ascoltarlo, neanche se ne parla. E allora è tutto un imporsi ciò che è bene e ciò che è male, sulla base di saggezze esterne naturalmente. Saggezze che poi, al momento opportuno, magari davanti a un’invitante lasagna o a una succulente fetta di torta, condisci con giudizio quanto basta: «Questo ingrassa solo a guardarlo», «Sono già abbastanza in sovrappeso, non devo nemmeno pensarci!».
Puoi davvero credere di poter mangiare solo quando ne hai un concreto bisogno energetico, o quando il tuo umore o la tua percezione di te ti fa una gentile concessione?
Vuoi che il cibo smetta di essere lo specchio delle tue ansie e paure, e torni a essere quel che è, e cioè nutrimento per il corpo e per l’anima? Allora hai bisogno di allenare un muscolo che hai dimenticato di inserire nella tua scheda: il muscolo dell’osservazione non giudicante.
Puoi cominciare da subito, cliccando sul bottone qui sotto e iscrivendoti a (b)Eat, il mini-corso gratuito che ti aiuta a guardare al tuo corpo e alle tue abitudini senza giudizi e pregiudizi e a liberare il cibo dal ruolo di carceriere che gli hai dato per farlo tornare a essere un piacevole e gustoso compagno di avventure.
Mi sei cascatə sull'essere nel momento presente!
Vediamo cosa ti stai perdendo.
Lo sai che, se fossi pienamente presente al nutrimento fisico ed emotivo che il cibo può darti, ti nutriresti meglio di quanto tu faccia ora?
Ma cosa vuol dire meglio? Di più? Di meno? In modo completamente diverso? La risposta è sì. O no. Perché meglio è quel che è meglio per te, per il tuo corpo e per la tua mente. E sono abbastanza sicura che per te, il tuo corpo e la tua mente sia meglio non mangiare in piedi, di corsa, davanti al telefono, rispondendo a una email…
Cosa cambierebbe se mangiassi in piena presenza, gustandoti il cibo consapevolmente?
Smetteresti per esempio di associare la soddisfazione alla quantità, anziché alla qualità. La soddisfazione infatti non è mangiare ancora un altro biscotto, ma goderti appieno il biscotto che stai mangiando ora. E oltre a goderti di più ciò che stai mangiando, quando lo stai mangiando, i segnali di pienezza e sazietà, come quelli di appagamento delle papille, ti arriverebbero più forti e chiari, e ti aiuterebbero a compiere scelte più consapevoli e flessibili, eliminando così tutti gli eccessi.
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Mi sei cascatə sull'essere liberi da condizionamenti esterni!
Vediamo cosa ti stai perdendo.
Mi sa che il mondo là fuori, con i suoi consigli del tuttologo del momento, o l'ultimo ritrovato di ingegneria alimentare studiato per farti venire l'acquolina come fossi il cane di Pavlov, non ti sono propriamente estranei.
Il contesto in cui viviamo, inevitabilmente ci influenza, ma proprio perché siamo continuamente bombardati da stimoli allettanti e appetitosi, è importante trovarsi nella posizione di scegliere anziché in quella di farci scegliere.
Quali sono le abitudini che ti fanno scivolare in tutti quei comportamenti legati al cibo che ti gettano nella frustrazione o nell’autocommiserazione? È il modo in cui fai la spesa? E ciò che metti nella tua spesa? È il metodo con cui organizzi i pasti? O forse sono i tanti pranzi e cene da asporto che ti fai arrivare a casa?
C’è una parte saggia di noi che conosce benissimo quali siano i nostri veri bisogni: sa quando abbiamo bisogno di mangiare di più, o di meno, o in mondo diverso. Ma è una parte che spesso non ci riconosciamo e che nel tempo si è sopita. Imparare ad ascoltarla e a darle la stessa dignità che diamo ai consigli, ai pungoli e alle miracolose soluzioni che ci arrivano dall’esterno, è il primo passo verso una relazione più consapevole con ciò che ci nutre, ma soprattutto con ciò che di noi, della nostra persona nella sua interezza e complessità, vogliamo nutrire.
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Mi sei cascatə sul lasciar andare!
Vediamo cosa ti stai perdendo.
Anche questa settimana hai resistito alla succulenta fetta di torta che ti chiamava come una sirena dalla vetrinetta dei dolci della mensa, al pacchetto di patatine che occhieggiava dallo scaffale del supermercato e al cioccolatino che il barista si ostina a piazzare sul piattino del caffè. Hai anche rinunciato all’apericena con le amiche, al all you can eat con i colleghi e persino alla lasagna di mamma. E come se tutto questo non fosse abbastanza, domenica hai detto no al divano e sei uscitə a correre sfidando l’era glaciale e pure il surriscaldamento globale.
Tu lotti con tuttə te stessə. Lotti per continuare a stare nei canoni, nelle regole e anche per continuare a entrare nello stesso jeans di dieci anni fa. Si direbbe proprio che hai la vita in pugno. Forse pure troppo: guardala, non ti sembra paonazza? Non ti pare stia soffocando sotto la morsa delle tue repulsioni, antipatie e divieti?
È arrivato il momento di sciogliere la stretta e aprire il palmo della mano per imparare ad accogliere tutto il nutrimento che la vita e il buon cibo ti offrono, senza coercizioni e conflitti.
Se sei stufə di tenerti in pugno e vuoi imparare a prenderti per mano, clicca sul pulsante qui sotto e iscriviti a (b)Eat, il mini-corso gratuito che insegna a lasciar andare senza morsi della fame e rimorsi di coscienza.
Mi sei cascatə sul non giudizio!
Vediamo cosa ti stai perdendo.
Gli altri possono mangiare tutto quello che vogliono, tu no. Agli altri basta una
corsetta ogni tanto per tenersi in forma, a te no. Il tuo metabolismo è lento e pigro; il metabolismo degli altri viaggia con entusiasmo a velocità supersonica. E allora butti giù
il rospo per questa maledizione e, armatә di buona volontà e sensi di colpa, ti organizzi in una perfetta e marziale vita di privazioni.
Più che nutrire il tuo corpo e la tua anima, tendi a rimpinzarti di pensieri giudicanti che finiscono con l’intossicare non solo la tua mente, ma anche il tuo corpo. Infatti, proprio le evidenze scientifiche palesano che, come il cervello, anche il nostro intestino ha i suoi “pensieri”, e che tra i due, mente e intestino, vi sia un collegamento preferenziale.
Quando ti giudichi, non valuti sulla base di quello che c'è, bensì ti aggrappi a idee preconcette: questo va bene / questo non va bene. Punto.
Cosa accadrebbe se svuotassi la dispensa da tutti questi prodotti della mente preconfezionati e iniziassi a riempirla di esperienze fresche e appena colte dai tuoi sensi?
Svuota insieme a me la tua dispensa dai pensieri giudicanti: premi sul pulsante qui sotto e iscriviti a (b)Eat, il mini-corso gratuito che ti aiuta a coltivare ciò che ti nutre e a cogliere il meglio di te in ogni stagione.
Mi sei cascatə sull'accettazione!
Vediamo cosa ti stai perdendo.
Quando è l’accettazione a essere il tallone d’Achille, si guarda al corpo ora come fosse una terra straniera, ora come a un nemico.
È una terra straniera per esempio quando non ne riconosci le forme e i confini: troppo larghi, troppo lunghi, troppo morbidi. Troppo.
È un nemico quando si mette di traverso tra la versione di te che vedi allo specchio e la versione di te che vorresti vedere.
Forse pensi che sarebbe tutto più semplice se quel corpo corrispondesse al corpo ideale che hai disegnato nella tua mente. Se lui fosse come dovrebbe essere per poter essere accolto e accettato da te, non ti sentiresti così abbattutə, inadeguatə, scadentə. Se lui fosse esattamente come pensi che dovrebbe essere, non saresti costrettə a tutte quelle rinunce e correzioni continue.
E se ti dicessi che per semplificare le cose basterebbe usare la stessa energia e impegno che usi per sentenziare e correggere, per nutrire l'accettazione e la sospensione del giudizio?
Cosa succederebbe se da oggi guardassi al tuo corpo come un alleato? Se vedessi in quelle forme che disprezzi una mappa per raggiungere, passando da altre vie e strade che non siano la privazione e l’ammonimento, le tue emozioni più vere?
Premi il pulsante qui sotto e nutri e coltiva l’accettazione di te e del tuo corpo con (b)Eat, il mini-corso gratuito che ti aiuta a guardarti con amorevolezza e a togliere una volta per tutte il filtro deformante del giudizio.